Home OGGI PER DOMANI LA “QUALITA’ URBANA” NON COLLOCA TERNI AI PRIMI POSTI DELLA CLASSIFICA NAZIONALE
LA “QUALITA’ URBANA” NON COLLOCA TERNI AI PRIMI POSTI DELLA CLASSIFICA NAZIONALE PDF Stampa E-mail

 

 

LA “QUALITA’ URBANA” NON COLLOCA TERNI AI PRIMI POSTI DELLA CLASSIFICA NAZIONALE

di  Adriano Marinensi

 
in “Umbria Settegiorni”

Il Sindaco di Terni ha recentemente espresso soddisfazione per i risultati dell’indagine sulla qualità ambientale, condotta, nella sua città, dal Focus “Ecosistema urbano 2010”. Ha parlato - tra l’altro - di “azioni intraprese (dal Comune) sul fronte del traffico e della mobilità” ed anche in favore dell’ ”ecosistema abitativo delle nuove costruzioni”. Ebbene, almeno su questi due argomenti, sarà il caso di fare qualche riflessione. Traffico e metodo edificatorio che hanno forte impatto sulla qualità della vita. E si ripercuotono innanzitutto sui livelli di inquinamento atmosferico, un fattore di alto rischio per la salute pubblica. A Terni, c’è abbondanza nell’aria di PM 10, di ossido di azoto e di ozono e di consimili “nefandezze”  che riducono la soglia di salubrità del territorio. La stagione fredda sta già riproponendo il problema della combustione dei “camini” che alimentano i termosifoni, unitamente alla verifica del funzionamento degli impianti e degli orari di accensione. Comunque, la piaga mai guarita in quanto mal curata, rimane il traffico veicolare. Si è agito, per lo più, con provvedimenti marginali. Così come marginali, agli effetti della cosiddetta razionalizzazione strutturale, appaiono le rituali ordinanze della circolazione a targhe alterne, che lasciano la situazione  allo stato pressoché originale. I Vigili Urbani sono nascosti, ormai da anni, dietro l’alibi dell’insufficienza di organico; l’Assessorato competente, dietro l’intervenuta insufficienza delle risorse, ridottesi a causa della crisi. A scherzarci sopra, potremmo dire che molto è affidato alla danza della pioggia (e pure del vento che, da settimane, a Terni non alita neppure); pioggia che lava l’aria e riduce il tasso di smog. Diversamente, il respiro rimarrà “pesante” e i cittadini conosceranno il pericolo soltanto in caso di vistoso “sforamento” dei livelli massimi di legge. Mentre sarebbe cosa buona e giusta la diffusione quotidiana di un “bollettino atmosferico” che identifichi, in tempo reale, la situazione. Senza nascondere i risultati nel solito cassetto.
Per quanto riguarda la “ecosostenibilità delle nuove costruzioni”, appare assai arduo dimostrare che taluni “palazzotti”, sorti in tempi recenti, possano onorarsi di tale pregio. Al contrario, dal punto di vista della compatibilità con l’ambiente urbano, dell’armonizzazione con il contesto preesistente e dell’estetica edilizia, non è eretico dire che l’unica compatibilità certa è con gli interessi dei proprietari delle aree e dei costruttori. Gli esempi di “grattacieli” sorti sopra esigue rate di terreno, in mezzo a case basse, che hanno creato un forte appesantimento demografico, lasciando la rete stradale inalterata, sono numerosi. E attorno a loro, neppure un metro quadrato di verde a fare da arredo urbano. Le smisurate “torri gemelle”, costruite, di recente, in Via Vitalone, costituiscono, insieme all’antico Tulipano di Ponte le Cave, (Corso del Popolo, con tutto quel cemento affastellato, quale orrore !) la testimonianza (non la sola) di un concetto errato di pianificazione urbanistica. A Bari, i mostri edilizi edificati in riva al mare li hanno abbattuti; a Terni, chissà quando ?
Ho letto, giorni orsono, su un quotidiano questo titolo : “L’Italia torna turrita”. Il riferimento era a Milano, dove “il record dell’edificio più alto del nostro Paese è stato sbriciolato, grazie (ma, grazie di che ?) alla spettacolare posa in opera dell’antenna collocata sopra la “Torre Garibaldi” (230 metri dal suolo, il doppio del famoso Duomo). A cosa serva non si sa, se non a fare spettacolo e “certificare” il potere di chi se l’è fatta costruire. E’ un po’ il gioco delle torri di medievale memoria. Svettavano sulle città e la loro altezza misurava lo “spessore” economico e politico del signorotto ch’era il padrone. Oggi, i grattacieli calcolano la dimensione dell’intrallazzo e della speculazione. E la mortificazione di chi vi abita. Il portone d’ingresso segna la soglia del regno dell’anonimato, della solitudine, della dispersione sociale. Per uno come me, cresciuto in una comunità semirurale, ove la comunione di vita era il carattere umano dominante, il dimorare in un grattacielo diventa nonsenso, alienazione e sconfitta esistenziale. E’ una realtà sociale immiserita. Il “buongiorno” diventa l’unico elemento di contatto tra le famiglie ed espressione massima di buona educazione. Per il condomino collocato al ventesimo piano, la morte dell’inquilino del primo rappresenta evento a lui estraneo e di nessuna tristezza. Quel “tizio” non l’ha mai conosciuto, pur abitando nella stessa casa. Dentro gli skyscrapers il rapporto di solidarietà umana scolora e quasi si cancella. Ma torniamo a Terni. La qualità urbana, Signor Sindaco, si valuta pure con il metro del rumore. Che, dalle nostre parti, è elevato e molesto. Molto spesso in palese e tollerata contravvenzione delle norme nazionali e regionali. Ella avrà sicuramente ben note la Legge quadro 26.10.1995, n.447, la L. R. 6.6.2002, n. 8, il Reg.to Reg.le 13.8.2004, n. 1. Quindi conoscerà tutte le incombenze previste a carico dei Comuni in materia di lotta al rumore, per la tutela dell’ambiente esterno e dell’ambiente abitativo. Su tutte, il “Piano comunale di risanamento acustico”. E’ di sicuro questo un problema la soluzione del quale richiede particolare attenzione amministrativa e sensibilità politica. Da ultima la questione della rete idrica, ben specificata nei risultati dell’indagine citata in apertura. L’acquedotto continua a perdere più del 50% di quanto capta alla sorgente. Un difetto antico : alcuni lustri orsono, l’attento Fabio Fiorelli lo definiva, quando sedemmo insieme nel Consiglio comunale, “un colabrodo”. Colabrodo fu e tale è rimasto. Ordunque, tutto quanto sopra esposto per sommi capi, a parer mio, rende difficile parlare di “buon risultato emerso dall’indagine”.

 

Photo Gallery

Cerca

Utilizzando www.centrostudieziovanoni.org, accetti il nostro uso dei cookies, per una tua migliore esperienza di navigazione. Visualizza la nostra cookie policy.

Accetto i cookies da questo sito.